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 Il Riassunto

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MessaggioTitolo: Il Riassunto   Il Riassunto EmptyGio Mar 18, 2010 6:09 pm

Il titolo del mio lavoro:
« l'oscurità e il vagabondo »


Il Riassunto:
Questa poesia è la rivisitazione in forma allegorica di un periodo della mia vita - risalente a un anno e mezzo fa - in cui ho incontrato quella che poi sarebbe diventata la mia migliore amica. Io mi rivedevo nell'oscurità, un'entità nascosta e invisibile - non per sua scelta, ma perchè gli occhi dell'uomo erano troppo concentrati sulle cose materiali per notare la sua quieta presenza - che vagava per il mondo cercando qualcuno che sapesse accettare la sua pura essenza. Non completamente buona, ma neanche malvagia come la dipingeva l'umanità, presa dal terrore ogni volta ch'ella stendeva il suo mantello sul sole, senza curarsi delle stelle che aveva cucito sulla stoffa per sostituirne la fulgente luce. Il vagabondo, invece, che era passato attraverso infiniti boschi e portava sul corpo le cicatrici dei rovi e delle belve incontrate, i cui piedi erano piagati dal cammino di indicibili miglia alla ricerca di una casa in cui condurre finalmente un'esistenza serena, era lei. Entrambi sono fondamentalmente due esseri solitari che agognano la pace di una compagnia silenziosa. Così, camminano nello stesso bosco; l'oscurità con l'incedere calmo e fiero di una regina, il vagabondo che invece corre, corre, senza sapere di andarle incontro. Fugge dalla Morte, che sente poco dietro di lui. Ne sente l'alito gelido sul collo, e corre finchè non si accascia, esausto, a terra. Infine, l'oscurità arriva, avvolta nel suo mantello nero, e, mossa a pietà da quell'esistenza che lentamente si sta spegnendo, lo solleva delicatamente tra le braccia, scatenando una reazione di puro terrore nell'uomo, che si vede comparire davanti l'incarnazione della sua fine. Il sospiro freddo che gli accarezza le guance, il volto coperto di cui non riesce a distinguere le fattezze: il vagabondo vede in lei uno dei tanti lati della sua esistenza caleidoscopica. La Morte. L'Oscurità, tuttavia, riconosce in lui un'anima affine. Mentre lo tiene tra le sue braccia, sente il suo anelare un'esistenza pacifica e calma. Qualcosa che lei gli può dare. Così, con una carezza leggera, gli svela la sua reale identità: quello di una fragile dea che non desidera altro che la comprensione. L'Oscurità, in realtà, non è malvagia. Anzi, per lui somiglia a una calda coperta trapunta di diamanti che splendono piano alla luce fioca del suo rotondo pendente - la Luna. Un rifugio in cui nascondersi dalla crudeltà del mondo. E, nel momento della sua morte, la donna sorride con le labbra piene del colore del sangue, accogliendo la sua anima nell'eterna pace.
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