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 Impressioni a mente fredda

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Socrates

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MessaggioTitolo: Impressioni a mente fredda   Impressioni a mente fredda EmptySab Ago 14, 2010 5:08 pm

Cari ragazzi, cara Scrivoanchio,
vi ringrazio sinceramente per tutto quello che mi avete dato: emozioni, punti di vista che ancora adesso, mentre sto scrivendo questa lettera, mi sorprendono e mi fanno riflettere. Questa esperienza mi è davvero servita tantissimo: sono cresciuto, in tutti i sensi, capendo molte cose che forse con la dovuta attenzione avrei potuto capire molto tempo prima.
Innanzitutto ho capito una cosa davvero importante: Io, Flavio Quotadamo, sono sì uno scrittore, ma non uno scrittore creativo. O almeno non quanto alcuni di voi, capaci di avvertire anche dal più piccolo microcosmo naturale o artificiale l’ispirazione necessaria a colmare pagine e pagine di pensieri vostri, autentici, spontanei. Mi sono letteralmente commosso davanti alle riflessioni a cuore aperto degli autori coinvolti nel Laboratorio e di alcuni di voi, che sono state capaci di toccarmi le corde dell’anima penetrandomi e facendomi rabbrividire dall’emozione. Io certo non nego di sapere scrivere, forse anche bene, quello che penso e avverto. Non penso però che il lettore avverta veramente quello che io provo dentro: forse sono le parole, forse mi manca quel Dono dato da una fantasia più fertile e proficua della mia e propria di uno scrittore creativo. Posso ammettere tutto questo perché sto avvertendo lentamente, inesorabilmente, sulla mia pelle il percorso obbligato e fisiologico che ogni uomo è costretto a compiere: il passaggio dall’età infantile a quella adolescenziale a quella adulta. Mentre rileggo i miei vecchi temini e raccontini che scrivevo alla scuola elementare ( gialli, racconti di avventura ambientati nelle galassie più remote ….) mi rendo conto a mie spese di quanto fossero eccezionali, coinvolgenti, unici nel loro genere, anche se scritti in un italiano decisamente elementare. Ora alle superiori utilizzando un’ italiano più ricercato e aulico scrivo di Dante, di Petrarca, di Boccaccio in maniera così spontanea proprio come quando una volta scrivevo quei temini così banali. Eppure, quando mi siedo e sforzo l’intero mio essere a provare a comporre qualcosa di simile a tutto quello che in passato era così banale, mi accorgo di non esserne più capace, mi accorgo di aver perso qualcosa di fondamentale, forse proprio quell’input che solo una fantasia spontanea ti può dare. E mi rendo conto allora che lo scrittore creativo in realtà è ancora capace di tutto quello che io non riesco più, volente o nolente, a fare. Quando io sintetizzo i concetti per farceli stare in quelle quattro colonne che caratterizzano l’Articolo di Giornale o il Saggio Breve scopro di riuscirci assai bene e senza troppi sforzi, a dispetto di alcuni miei compagni di classe troppo prolissi. Quando compongo un riassunto riesco a cogliere le parole chiave e a rispettare lo spazio dovuto. Ma tutte queste cose, che possono essere così presentate come punti di forza, in realtà presentano anche il loro rovescio della medaglia. Sintetizzando non riesci a comporre una storia vera, sintetizzando non riesci veramente a entrare in sintonia con il personaggio che crei perché lo abbandoni subito, non gli lasci il tempo nemmeno di presentarsi, lo affoghi all’istante. Uno scrittore creativo ama i suoi personaggi, li coccola, li cura, li rende presentabili ad un pubblico tipo. Uno scrittore creativo permette ai suoi personaggi di svilupparsi all’interno di una storia voluta apposta per loro. Uno scrittore creativo tiene le redini di qualcosa di decisamente più grande di quattro misere colonne e il suo problema è decisamente l’opposto del mio: quando finire? Quando tirare le redini e fermarsi? Forse non comprendo appieno i miei personaggi, che si sviluppano timidi per due o tre capitoli di una storia e poi si annullano esauriti. Forse non possiedo ancora l’esperienza necessaria, ma questo lo ritengo abbastanza improbabile visto che un bambino di nove, dieci anni mi batteva su tutti i fronti in una battaglia di questo genere. Non credo mi manchi né il coraggio, nè la competenza linguistica per scrivere creativamente, bensì mi manca quello che io ormai definisco il Dono, che quasi tutti gli autori che amo leggere, compresi voi, possiedono.
Scrivendo il mio reportage mi accorgevo piano piano di scrivere e riportare le opinioni degli autori e di farle mie, di possederle come un bagaglio prezioso. Leggendo i reportage di alcuni di voi ho notato con quanta autonomia avete rielaborato quegli insegnamenti, ma soprattutto ho notato come da un particolare (una foglia, un refolo di vento ….) siete riusciti a raccogliere l’universale, quasi il senso di una intera esistenza. Avete riportato pensieri in due o tre righe e li avete disseminati qua e là, come perle degne di essere raccolte e non vendute, ma degne di essere conservate e ricordate. Alcuni a loro modo sono riusciti tramite giri di parole, altri tramite frammenti e frasi. Personalmente, malato di coerenza, ho strutturato gli ultimi tre reportage allo stesso modo: una poesia, il racconto della giornata, un’altra poesia, dando in questo modo lo stesso peso a tutti gli autori, cercando di cogliere di ciascuno di loro parole chiave e riflessioni e aggiungendone anche di mie, ove fosse necessario ( N.D.R. Critica a Onofrio Pagone). Forse questo non si è rivelato il giusto modo di rapportarsi alle attività, ma sta di fatto che il mio lavoro mi ha comunque svuotato dentro, lasciandomi soddisfatto e abbastanza appagato. Personalmente non credo che la scelta dei giudici sia stata troppo influenzata da questi reportage. Bensì i giudici hanno compreso appieno il vero scopo del concorso, ovverosia andare alla ricerca di scrittori creativi e tra questi individuare quello con il serbatoio più esauriente in fatto di fantasia e personalità. In questo modo Scrivoanchio ha tenuto fede alla sua causa, come Concorso di Scrittura Creativa. I fatti, il susseguirsi di eventi mi hanno fatto capire quanto sia importante per me abbandonare un certo tipo di scrittura, ovvero quella creativa, per ricercarne un’altra, forse più vicina a me e che meglio mi contraddistingue. Mi accorgo di non riuscire ad avere quel parto mentale, come lo definisce Dario, perché mi accorgo di essere un po’ sterile da quel punto di vista. Ma neanche rappresentare la realtà mi da grandi soddisfazioni. Mi rendo conto di non possedere quel passepartout che gli scrittori creativi possiedono per sondare abilmente le anime degli uomini, svuotarle e comporre qualcosa che sia un romanzo.
Queste, che possono apparire delle scuse per tutti voi, in realtà non lo sono affatto. Né un occasione di mollare qualcosa di precedentemente avviato. Bensì devo riconoscere che questo concorso mi ha aperto gli occhi. Non che non meritassi di essere stato scelto, questo sia ben chiaro, anche se avevo ormai capito già da metà settimana trascorsa ad Alberobello che quello dello scrittore puro non fosse il mio lavoro. Molti di voi ambiscono giustamente a diventare scrittori affermati. Secondo me lo meritano veramente e meritano di essere riconosciuti per tutto quello che fanno continuamente. Sarebbe un vero peccato esaurire quella vena di genuinità spontanea propria di tutti loro per una inezia. E anche io, non è che ruoti il timone di questo vascello di 180* gradi, ma un colpetto a sinistra o a destra glielo devo pur dare. Sarebbe da sconsiderati e da opportunisti continuare per questa strada.
Il lavoro di un saggista già è diverso da quello di scrittore creativo: un saggista molte volte è una persona che pur esercitando un altro mestiere, si diverte a parlarne in maniera più appassionata. Il mezzo con il quale anche questa figura si presenta è il libro, non certo un libro-romanzo, bensì un libro adatto ad un pubblico ben determinato e magari appassionato anch’esso della stessa materia trattata. Il lavoro del saggista, per chi è in grado di affrontarlo, ti da sensazioni diverse rispetto a quelle di uno scrittore creativo, ma comunque ti appaga e ti fa capire quanto importante sia il contributo che tu stesso hai apportato ad una materia. Penso che il lavoro del saggista, pur continuando a parlarne in maniera alquanto remota e auspicabile, sia più adatto al modo stesso con il quale io scrivo e mi rapporto con il mondo. Perciò se da grande deciderò di rapportarmi ancora e ancora con il mondo della scrittura, penso che farlo da saggista sarebbe molto più producente che farlo da scrittore creativo.
Fino ad ora ho continuato a parlare in maniera abbastanza insistente e martellante del mio rapporto con la scrittura da prosatore. Ma Scrivoanchio mi ha bensì conosciuto come poeta. Ecco, la poesia mi ha fatto capire, in misura ancora maggiore della prosa, quanto sia importante per me, pur continuando a comporre poesie di vario genere, arrivare a considerare la realtà in maniera differente. Passando dal sonetto alla poesia in schema libero il passo in misura emozionale non è ampio. In entrambi i casi bisogna arrivare a comprendere un qualcosa per poi collocarlo su una base comune e comprensibile per tutti: il foglio di carta. Non nego certo di riuscire a eseguire questi o altri procedimenti intermezzi, ma devo comunque ammettere che lo sforzo, pur non uguagliando quello di una prosa creativa, bè, gli si avvicina parecchio. Ma continuare con la poesia, oltre a essere una questione di principio, è anche una valvola di sfogo che in certi casi sento molto vicina, in altri invece è proprio il bisogno di rappresentare qualcosa che raffiguri la realtà in maniera alternativa. La poesia per me è anche più spontanea della prosa e meglio governabile: pone picchetti e il sonetto, per sua e per mia natura, ne pone anche di più. Tutto quello che mi aveva convinto della poesia e mi aveva coinvolto della prosa in maniera così incontrovertibile è quindi in parte scomparso, anche se trovo ancora irrinunciabile comporre poesia e comporre prosa, emozionare ed emozionarmi. Semplicemente questa esperienza mi ha aiutato a crescere e a capire che quello di cui avevo bisogno non era affatto una conferma, bensì un palo, qualcosa su cui sbattere contro per poi rinsavire e accettare consapevolmente un’altra via,non così lontana in fondo in fondo. E comunque, non necessariamente una deve escludere l'altra. E per tutto questo, ringrazio voi, ragazzi di molte avventure e con tante speranze che meritate tutte esaudite, ringrazio gli autori dei Laboratori, che mi hanno letteralmente aperto gli occhi con la loro esperienza di vita e di lavoro, ringrazio tutto lo staff di Scrivoanchio, sempre disponibile e sincero.
Grazie di cuore.
Diventate per favore i miei autori di romanzi preferiti.
Flavio Quotadamo (Socrates)
14/08/2010
P.S. Non ho mai rivelato tanto di me stesso come in questa lettera. Forse devo proprio ringraziare tutti voi che mi avete fatto capire quanto sia importante un confronto sincero e autentico che forse riesco a rendere meglio in una lettera che faccia a faccia. Grazie per il coraggio che mi avete dato e senza il quale questa lettera sarebbe stata certamente cestinata!
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Lizzy

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MessaggioTitolo: Re: Impressioni a mente fredda   Impressioni a mente fredda EmptyLun Ago 16, 2010 1:23 pm

Flavio, non so cosa dire. Leggendo mi sembrava che tu fossi qui e mi parlassi, perché è forte l'emozione che questa lettera porta con sé. Ora come ora non riesco più a dire ciò che pensavo leggendo! Sai, ti capisco quando parli del diverso rapporto con la scrittura: nelle medie adoravo scrivere gialli, ma ora non credo di riuscirci, perché ho sempre paura di non esserne all'altezza. Ad ogni modo penso sia tutta una questione di provarci e di coraggio. Mi spiego con un esempio: non ho mai tentato di scrivere una poesia, poiché non mi ritenevo in grado di sapermi esprimere in "quel modo". Da dopo la Nostra Settimana, quella che mi ha decisamente cambiato la vita, ho avvertito il desiderio di provarci, di mettermi alla prova, di buttarmi. E questo vale anche per altri generi di scrittura, in cui non mi ero mai cimentata.
Flavio, ti auguro con tutto il cuore di riuscire a realizzare il tuo sogno, e non temere: io sarò certamente tua assidua lettrice!
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MessaggioTitolo: Re: Impressioni a mente fredda   Impressioni a mente fredda EmptyLun Ago 16, 2010 4:02 pm

Lizzy ha scritto:
Flavio, non so cosa dire. Leggendo mi sembrava che tu fossi qui e mi parlassi, perché è forte l'emozione che questa lettera porta con sé. Ora come ora non riesco più a dire ciò che pensavo leggendo! Sai, ti capisco quando parli del diverso rapporto con la scrittura: nelle medie adoravo scrivere gialli, ma ora non credo di riuscirci, perché ho sempre paura di non esserne all'altezza. Ad ogni modo penso sia tutta una questione di provarci e di coraggio. Mi spiego con un esempio: non ho mai tentato di scrivere una poesia, poiché non mi ritenevo in grado di sapermi esprimere in "quel modo". Da dopo la Nostra Settimana, quella che mi ha decisamente cambiato la vita, ho avvertito il desiderio di provarci, di mettermi alla prova, di buttarmi. E questo vale anche per altri generi di scrittura, in cui non mi ero mai cimentata.
Flavio, ti auguro con tutto il cuore di riuscire a realizzare il tuo sogno, e non temere: io sarò certamente tua assidua lettrice!

grazie lizzy...
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MessaggioTitolo: Re: Impressioni a mente fredda   Impressioni a mente fredda EmptyMer Ago 18, 2010 8:57 pm

Non so cosa dire nemmeno io. Non sono brava a fare commenti o a rispondere a lettere di questo tipo, sopratuttto se così sentite...Qualunque cosa dicessi, penso che sminuirebbe tutto ciò che hai scritto! Non sono brava in queste cose, per niente...

Però ti capisco, perchè quella sensazione che provi l'ho provata anche io, e penso che la maggiorparte di noi, qui, l'abbia provata!

Avevamo già fatto un mini-discorso di questo tipo, ricordi?

E io adesso posso dire soltanto che sei uno scrittore creativo a tutti gli effetti, qualunque senso tu gli attribuisca. E lo sei tanto quanto tutti noi, altrimenti non saresti qui!

Anche un saggista può essere uno scrittore creativo, in fondo, no? Io non sarei capace di scrivere un saggio...rimango troppo ancorata a ciò che leggo e non riesco a rielaborare e fare qualcosa di mio! Ci vuole creatività anche in quello, o almeno io la penso così.

E concordo con Lizzy nel dirti PROVACI, e insegui il tuo sogno, qualunque esso sia...sono sicura che non te ne pentirai =)
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