Il titolo del mio lavoro:
Mai verdi e mai spietate.
Il Riassunto:
“Dopo un po', comunque, Dio si era definitivamente stancato di questa storia, di Owk, del piccolo velociraptor, del vestito tacitamente rannicchiato sulla sedia (no, quello ero io, il vestito è quello rosso con qualche tratto di blu e di verde e di rosa e di marrone e di giallo eccetera) e di tutto il resto. Dio usciva dunque dal foglio e lo strappava in mille pezzettini, approntandone poi un altro bianco e cimentandosi ancora nella costruzione di un nuovo background di Lego. Nel frattempo, andava urlando: - Dio preferisce l'alterigia al sarcasmo, l'alterigia, l'alterigia, L'ALTERIGIA AL SARCASMO! -" E’ un delirio danzante. Il lettore è chiamato a prenderne atto o anche a prendervi parte, qualora sia disposto a lasciarsi risucchiare dal meccanismo antirazionale del nonsense. E’ un omino che sale sul quadrante di un orologio. E’ una storia da intuire, più che da capire. Fatta di eventi imprevedibili e improbabili, dove l’unico senso è quello che chi legge decide di percepire. E’ un orologio i cui abitanti chiacchierano sconnessamente, lasciando esplodere uno spezzatino di idee liberamente interpretabili. L’omino le assorbe una per una, interpella e raramente risponde. Continua a cercare, annoiato dall’idea di trovare qualcosa.