Come si scrive un racconto o un testo

Danila ha scritto:

buona sera a tutti,
leggendo questa discussione ho trovato molti punti in comune con più persone , come ad esempio con Black Star, la quale diceva di avere una certa debolezza per le continue modifiche che le vengono in mente ogni qual volta rilegga il suo testo ( anche io ho la stessa grave patologia).la mia brutta copia infatti è una cartina geografica...grazie a Dio posso utilizzare il computer che mi permette di correggere più velocemente. tuttavia, mi ha molto incuriosita Nashira quando ha parlato della sua "ansia da scrittura". onestamente, la scrittura è sempre stata per me l'unica arma contro l'ansia. se scrivi per te e perchè ne hai bisogno l'ansia sparisce... siete solo tu e un foglio bianco. cosa vuoi di più rilassante e rassicurante di una storia che puoi scrivere TU dall'inizio?......buona notte a tutti

no no intendevo l'ansia per i compiti in classe, perchè quando sto a casa da sola posso rilassarmi

Danila ha scritto:

mi piace sapere che la scrittura è anche per altri una vera e propria medicina.
ho passato momenti difficili, soprattutto di carattere sentimentale, non sei l'unica romanticona sai...anche io ho avuto una storia lunga 5 anni e forse anche io avevo il tuo sogno. Ma è stata anche la storia che mi ha fatto più male e che più di ogni altra cosa mi ha fatto rifugiare nella scrittura. sai ho scritto un intero libro di lettere "mai inviate" a volte lo rileggo e ci ritrovo tutto il dolore di quei giorni. io scrivo soprattutto quando sto male, perchè mettere nero su bianco mi fa accettare cose che non vorrei neanche pensare, mi da l'opportunità di scrivere un nome strappare il foglio provando il sollievo illusorio e passeggero del momento...la scrittura è stata sempre la mia sorella silenziosa. nn mi criticava mai e mi dava sempre l'opportunità di ritrovare me stessa e ricominciare. forse mi ha illusa ... ma di qst la ringrazio...se fuori piove, datemi una penna e almeno qui dentro di me tornerà il sole.

Scusami non ho capito una cosa: quindi la malinconia è la leva che ti permette di ispirarti? Riesci a scrivere solo quando sei triste?

Danila, purtroppo le cose non vanno sempre come vorremmo...Prima di arrivare ad ora anche io ho passato le mie sofferenze, e andando alla disperata ricerca della felicità avevo finito con il portare una "maschera" anche di fronte a me stessa e non sapevo più chi ero. scrivere era l'unico modo che mi permetteva di essere me stessa, l'unica cosa in cui mi ritrovavo davvero, ed è stato grazie alla scrittura che poi ho capito i miei errori e sono riuscita a stabilire un'equilibrio, inoltre è proprio per questa mia passione che ho conosciuto il mio attuale ragazzo. Forse ti potrà sembrare banale, ma se c'è una cosa che ho capito è che la vera felicità non arriva senza sofferenza, e che se prima la felicità sembrava una cosa irraggiungibile, poi sarà la sofferenza a sembrarti una cosa distante, per quanto ci siano sempre brutti momenti nella vita di ogni giorni, purtroppo. In attesa, ti lascio in buone mani, dato che vedo che la scrittura ha un valore molto importante e riesce a farti stare meglio =)

Ah, Danila, sta tranquilla...non riesco a scrivere senza il lieto fine...a volte quel lieto fine è stato un pò forzato, ma è più forte di me! sappi che io non vedo l'ora di leggere qualcosa di tuo, anche perchè sono convinta che tutti voi qui abbiate qualcosa da insegnarmi =)

Siamo cresciuti incredibilmente in questi giorni! Sono curiosa di vedere cosa scrivete, come scrivete! Non mi sono mai confrontata con molte persone fino ad ora!

Io seguo le regole di Robin Williams nel film L'Attimo Fuggente: Carpe Diem!!! Il mio grande desiderio è provocare in chi legge quello che sento io quando leggo qualcosa di bello: pianto o riso che sia, voglio lasciare qualcosa a chi si è preso la briga di decifrare quello che ho scritto. Amo ascoltare musica mentre scrivo, soprattutto Phil Collins o Alice Cooper, i due estremi, ma entrambi mi ispirano, per cui che ci posso fare?
Come dice Stephen King in Misery: non so cavare un accordo decente da una chitarra, non so giocare a football o fare una capriola sott'acqua, e un milione di altre cose che la gente trova comuni, ma so far ridere e piangere, so farvi paura e farvi innamorare, affascinarvi e orripilarvi, ed è tutto quello che voglio.
Tre parole: pura poesia, Stephen!

Jokerette ha scritto:

Io seguo le regole di Robin Williams nel film L'Attimo Fuggente: Carpe Diem!!! Il mio grande desiderio è provocare in chi legge quello che sento io quando leggo qualcosa di bello: pianto o riso che sia, voglio lasciare qualcosa a chi si è preso la briga di decifrare quello che ho scritto. Amo ascoltare musica mentre scrivo, soprattutto Phil Collins o Alice Cooper, i due estremi, ma entrambi mi ispirano, per cui che ci posso fare?
Come dice Stephen King in Misery: non so cavare un accordo decente da una chitarra, non so giocare a football o fare una capriola sott'acqua, e un milione di altre cose che la gente trova comuni, ma so far ridere e piangere, so farvi paura e farvi innamorare, affascinarvi e orripilarvi, ed è tutto quello che voglio.
Tre parole: pura poesia, Stephen!

Allora aspettiamo le tue provocazioni, Jokerette!

Fabrizia ha scritto:

Martina Bonotto ha scritto:

si ce ne sono, ma anche il contrario.
La scuola giudica ed è giusto che faccia cosi, ma un professore non può mettere il voto sul cuore che hai messo in un compito.
Nella scuola è importante anche il risultato e soprattutto per l'italiano questo dipende tantissimo se il tema piace all'insegnante o no, non è e non può essere una correzione oggettiva.

Concordo pienamente. Ma per esempio la mia professoressa di italiano ha detto che ovviamente lei corregge i compiti per renderli leggibili e non fa caso magari allo stile personale di un alunno..mi sembra un pò strano. E poi aggiungo che i temi a scuola vengono considerati spesso un obbligo da noi studenti e forse non ci esprimiamo come vogliamo o sono temi che non ci ispirano affatto, considerati noiosi.

quoto!
forse è per questo che nei temi prendo sempre voti bassi

Nashira ha scritto:

Irene Aurora ha scritto:

A me invece piace un sacco scrivere a scuola, forse perché per conto mio lo faccio molto raramente. Sono abbastanza fissata/patita di grammatica, che studiando le lingue e insieme alle parole è importantissima. per quanto riguarda le parole, un po' come diceva Parvis in un altro topic, mi affascinano. Scrivendo cerco per ore l'ispirazione, poi comincio ascrivere una riga, sperando che quelle seguenti vengano un po'da sè e alla fine spesso è un'accozzaglia di periodi che se mi soddisfa lascio tale, sennò provo a unirli, modificarli, usando i termini più ricercat, specifici, interessanti e spesso divertenti che possa trovare.

Dai scherzi?? lo faccio anche io ho paura di essere ripetitiva quindi cerco un qualunque vocabolo migliore e anche io scrivo mezza riga poi rimango a fissare il foglio come se si scrivesse da solo

io penso che un po' tutti facciano così soprattutto per evitare di ripetersi o anche per rendere il registro un po' più alto... non nego infatti che anche io mi ritrovi in ciò che avete detto voi...

io non riesco a scrivere MAI al computer...è più forte di me...non so come spiegarlo, ma c'è un distacco troppo netto tra il mio pensiero e il foglio del computer...quindi non mi sento a mio agio e questo non è una bella cosa se voglio scrivere un racconto o una poesia...
il contatto con il foglio di carta, con la penna che trasferirà i miei pensieri sulla carta con l'inchiostro, quello sì che mi mette a mio agio, favorisce la mia concentrazione...ma c'è un altro fatto importante: io non riesco a scrivere al di fuori della mia camera...soltanto nel momento in cui sono seduta alla scrivania con il mio foglio e la mia penna (ed il mio lettore CD, perchè non riesco a scrivere senza ascoltare la musica, forse perchè quella è la vera materia che mi trasmetta emozioni al di fuori di tutto) riesco ad iniziare...e a volte i miei lavori mi vengono anche bene...mi capita spesso che mi venga in mente una parola che non uno quasi mai e la scrivo (mi stupisco anche di come mi sia venuta in mente), ma non ho mai paura quando vedo un foglio bianco perchè anche se non ho idee, inizio con la prima cosa che mi viene in mente e continuo...se poi mi viene in mente un incipit diverso e più originale, ben venga...
ciò che voglio trasmettere al lettore è un'emozione...non importa come sia, se di contentezza o di tristezza, ma voglio scavare nel profondo delle loro anime per tirare fuori ciò che ne è rimasto ancora sepolto...vorrei che succedesse come a me che, dopo aver finito di leggere un libro, ripenso al protagonista e alle vicende che ha vissuto e ci rifletto sopra, mi chiedo cosa avrei fatto io al posto suo e cerco di trarne dei modelli di comportamento o degli insegnamenti per la mia vita...anche se la mia preoccupazione è a volte di non riuscirci...
però il mio difetto è quello di pensare che il mio modo di scrivere piaccia solo a me e non agli altri...è questo uno dei motivi che mi hanno spinto ad iscrivermi a questo forum, per capire cosa pensano gli altri del modo in cui scrivo, dato che non ne ho avuta molto spesso l'occasione...

miriam ha scritto:

io non riesco a scrivere MAI al computer...è più forte di me...non so come spiegarlo, ma c'è un distacco troppo netto tra il mio pensiero e il foglio del computer...quindi non mi sento a mio agio e questo non è una bella cosa se voglio scrivere un racconto o una poesia...
il contatto con il foglio di carta, con la penna che trasferirà i miei pensieri sulla carta con l'inchiostro, quello sì che mi mette a mio agio, favorisce la mia concentrazione...ma c'è un altro fatto importante: io non riesco a scrivere al di fuori della mia camera...soltanto nel momento in cui sono seduta alla scrivania con il mio foglio e la mia penna (ed il mio lettore CD, perchè non riesco a scrivere senza ascoltare la musica, forse perchè quella è la vera materia che mi trasmetta emozioni al di fuori di tutto) riesco ad iniziare...e a volte i miei lavori mi vengono anche bene...mi capita spesso che mi venga in mente una parola che non uno quasi mai e la scrivo (mi stupisco anche di come mi sia venuta in mente), ma non ho mai paura quando vedo un foglio bianco perchè anche se non ho idee, inizio con la prima cosa che mi viene in mente e continuo...se poi mi viene in mente un incipit diverso e più originale, ben venga...
ciò che voglio trasmettere al lettore è un'emozione...non importa come sia, se di contentezza o di tristezza, ma voglio scavare nel profondo delle loro anime per tirare fuori ciò che ne è rimasto ancora sepolto...vorrei che succedesse come a me che, dopo aver finito di leggere un libro, ripenso al protagonista e alle vicende che ha vissuto e ci rifletto sopra, mi chiedo cosa avrei fatto io al posto suo e cerco di trarne dei modelli di comportamento o degli insegnamenti per la mia vita...anche se la mia preoccupazione è a volte di non riuscirci...
però il mio difetto è quello di pensare che il mio modo di scrivere piaccia solo a me e non agli altri...è questo uno dei motivi che mi hanno spinto ad iscrivermi a questo forum, per capire cosa pensano gli altri del modo in cui scrivo, dato che non ne ho avuta molto spesso l'occasione...

Invece io l'incipit di un racconto devo scriverlo assolutamente sulla carta poi posso continuare al computer E condivido il tuo timore per quanto riguarda nostro il modo di scrivere possa piacere solo a noi e non agli altri. Bhè il modo migliore per scoprirlo è proprio facendo concorsi come questo! E anche se non vinciamo, è vero, è una delusione ma può illuminarci sulle scelte che faremo, oppure può renderci più combattivi perseverando per migliorarci.

miriam ha scritto:

io non riesco a scrivere MAI al computer...è più forte di me...non so come spiegarlo, ma c'è un distacco troppo netto tra il mio pensiero e il foglio del computer...quindi non mi sento a mio agio e questo non è una bella cosa se voglio scrivere un racconto o una poesia...
il contatto con il foglio di carta, con la penna che trasferirà i miei pensieri sulla carta con l'inchiostro, quello sì che mi mette a mio agio, favorisce la mia concentrazione...ma c'è un altro fatto importante: io non riesco a scrivere al di fuori della mia camera...soltanto nel momento in cui sono seduta alla scrivania con il mio foglio e la mia penna (ed il mio lettore CD, perchè non riesco a scrivere senza ascoltare la musica, forse perchè quella è la vera materia che mi trasmetta emozioni al di fuori di tutto) riesco ad iniziare...e a volte i miei lavori mi vengono anche bene...mi capita spesso che mi venga in mente una parola che non uno quasi mai e la scrivo (mi stupisco anche di come mi sia venuta in mente), ma non ho mai paura quando vedo un foglio bianco perchè anche se non ho idee, inizio con la prima cosa che mi viene in mente e continuo...se poi mi viene in mente un incipit diverso e più originale, ben venga...
ciò che voglio trasmettere al lettore è un'emozione...non importa come sia, se di contentezza o di tristezza, ma voglio scavare nel profondo delle loro anime per tirare fuori ciò che ne è rimasto ancora sepolto...vorrei che succedesse come a me che, dopo aver finito di leggere un libro, ripenso al protagonista e alle vicende che ha vissuto e ci rifletto sopra, mi chiedo cosa avrei fatto io al posto suo e cerco di trarne dei modelli di comportamento o degli insegnamenti per la mia vita...anche se la mia preoccupazione è a volte di non riuscirci...
però il mio difetto è quello di pensare che il mio modo di scrivere piaccia solo a me e non agli altri...è questo uno dei motivi che mi hanno spinto ad iscrivermi a questo forum, per capire cosa pensano gli altri del modo in cui scrivo, dato che non ne ho avuta molto spesso l'occasione...

Ecco, io l'esatto contrario! Non riesco a scrivere a penna; nonostante abbia imparato a scrivere a 4 anni, per quanto ci abbia provato non sono mai riuscita ad avere una buona calligrafia. Scrivo in modo disordinato e storto, inoltre ho avuto problemi con la mano e mi stanco subito. Decisamente mi sento molto più a mio agio al pc, dove riesco a capire ciò che scrivo. Mi stanco di meno e sono molto più veloce. Oltretutto sono anche parecchio indecisa e pigra, quindi correggo molte volte anche pezzi interi, e ricopiare il tutto in bella (dato che sarebbe illegibile!) è una noia mortale e una fatica enorme per me. Il computer invece è il mio paradiso: taglio, modifico, rivedo, aggiungo, sposto...posso organizzare meglio ciò che scrivo. Se c'è un pc riesco a scrivere ovunque: quando ero in viaggio ho scritto sul pullman col portatile. Mi immergo così tanto in ciò che faccio che sul pullman non sentivo nemmeno mia madre che mi chiamava perchè c'eravamo fermati all'autogrill (e non me n'ero accorta)...Condivido la tua paura del non piacere agli altri, infatti quando faccio leggere ciò che scrivo ai miei amici e al mio ragazzo li tartasso di domande! ma com'è? va bene? non devo cambiare questa cosa? ti piace davvero? eccetera! Alla fine, comunque, sono arrivata alla conclusione che se piace a me, allora piacerà agli altri...magari non a tutti, magari anche solo ad una persona, ma a qualcuno piacerà!!! (...spero!! ahahah!)

che bello tornare a casa e leggere i vostri pensieri della giornata.
sapete che non avevo mai pensato che la paura di non piacere agli altri potesse coinvolgere anche la scrittura? non so, non mi è mai capitato di pormi il problema. infatti, ogni volta che scrivo, lo faccio per me e sono io la prima ad emozionarmi per le parole che escono e prendono forma; se io non mi emoziono, non posso fare emozionare gli altri. condivido quindi ciò che dice Black Star "se piace a me , allora piacerà ad altri" ed aggiungerei " se emoziona me, emozionerà altri". E' anche vero che essendo tutti diversi ogni argomento tocca in maniera diversa la nostra anima, ma infondo ci sono emozioni che tutti gli uomini provano è sono qst emozioni che noi scrittor dobbiamo raccontare, LE VERE EMOZIONI. vi è mai capitato di leggere un libro e pensare " come mi somiglia qst personaggio!" oppure " qst situazione l ho vissuta anche io". bè è proprio di qst sensazione di comprennsione dei sentimenti che parlo. ci sono cose che tutti abbiamo in comune ( pensate a noi e alla nostra passione per la scrittura)lo scrittore ha il difficile compito di ricercare qst EMOZIONI VERE E "COMUNI"nel cuore dell'uomo, partenDo dal proprio cuore e poi di far capire ai suoi lettori che non sn i primi ne saranno gli ultimi a dover affrontare la vita.CHE ARDUO COMPITO ABBIAMO, rassicurare e far sognare gli uomini.

Ben detto, Danila. Mi è infatti capitato di notare che ho molte cose in comune con gente di questo forum, altre cose che sono totalmente opposte, eppure abbiamo una passione che ci unisce. Con i personaggi di un libro è la stessa cosa: puoi non aver vissuto le sue stesse esperienze, ma ci sarà sempre una parte di quel personaggio in cui ti ritrovi, anche se quel personaggio magari non lo condividi a pieno. Ogni volta che guardo un film, leggo un libro e così via, mi affeziono ai personaggi e sento la storia mia. Per questo è davvero difficile che non mi piaccia qualcosa, perchè anche se ha avuto quel finale che mi ha fatto piangere, mi ha emozionato e l'ho apprezzato. Spero di riuscire a suscitare le stesse emozioni anche negli altri...Danila, ogni tuo post mi fa riflettere e capire qualcosa di nuovo ogni volta =P

Danila ha scritto:

Black ★ Star ha scritto:

Ben detto, Danila. Mi è infatti capitato di notare che ho molte cose in comune con gente di questo forum, altre cose che sono totalmente opposte, eppure abbiamo una passione che ci unisce. Con i personaggi di un libro è la stessa cosa: puoi non aver vissuto le sue stesse esperienze, ma ci sarà sempre una parte di quel personaggio in cui ti ritrovi, anche se quel personaggio magari non lo condividi a pieno. Ogni volta che guardo un film, leggo un libro e così via, mi affeziono ai personaggi e sento la storia mia. Per questo è davvero difficile che non mi piaccia qualcosa, perchè anche se ha avuto quel finale che mi ha fatto piangere, mi ha emozionato e l'ho apprezzato. Spero di riuscire a suscitare le stesse emozioni anche negli altri...Danila, ogni tuo post mi fa riflettere e capire qualcosa di nuovo ogni volta =P

spero allora che qst concorso porti ad incontrarci, prima o poi, perchè avrei tanta volglia di sapere e conoscere te al di là di un monitor:)

Sarebbe davvero bello, mi piacerebbe tanto incontrare te e anche gli altri. Peccato che a quel che vedo molti sono lontani da me, che sto in Sicilia...tu dove abiti?

Nessuna regola.
Quanto a quelle grammaticali, bisogna saperle. Così, se uno vuole stravolgerle, lo fa con criterio.

alkx ha scritto:

Nessuna regola.
Quanto a quelle grammaticali, bisogna saperle. Così, se uno vuole stravolgerle, lo fa con criterio.

E soprattutto, lo fa nei limiti del possibile =P Alcune regole è meglio non stravolgerle!

Buongiorno!

Intervengo nella mia prima discussione. Concordo totalmente con alkx; non è certo con le regole grammaticali che quel genio di Joyce scrisse l'Ulisse.. però bisogna conoscerle.. così è più divertente romperle!

Poi, commenti sparsi: per me la scrittura (la poesia in particolare) è catarsi. Non è semplicemente riuscire a scrivere meglio in stati di umore polarizzato.. è proprio l'essere in grado di farlo SOLTANTO in quegli stati. Tutto il resto che ho provato a scrivere in condizioni normali è perlopiù robaccia. Tra l'altro, avere sempre a portata di mano il mio stato di "furor" scritto in versi o in prosa mi aiuta a capirlo, esorcizzarlo se era negativo e ripeterlo se era positivo. E' una sorta di monito, di pappagallo sulla spalla. Forse è l'unica cosa in cui e con cui non abbia veramente paura di confrontarmi. Ho molti tratti in comune con black star, ci somigliamo molto per certi versi.

E provo un'immensa gioia nel leggere le cose altrui! Specie se non sono sdolcinate e sono estremamente argute!

Federico K. ha scritto:

Buongiorno!

Intervengo nella mia prima discussione. Concordo totalmente con alkx; non è certo con le regole grammaticali che quel genio di Joyce scrisse l'Ulisse.. però bisogna conoscerle.. così è più divertente romperle!

Poi, commenti sparsi: per me la scrittura (la poesia in particolare) è catarsi. Non è semplicemente riuscire a scrivere meglio in stati di umore polarizzato.. è proprio l'essere in grado di farlo SOLTANTO in quegli stati. Tutto il resto che ho provato a scrivere in condizioni normali è perlopiù robaccia. Tra l'altro, avere sempre a portata di mano il mio stato di "furor" scritto in versi o in prosa mi aiuta a capirlo, esorcizzarlo se era negativo e ripeterlo se era positivo. E' una sorta di monito, di pappagallo sulla spalla. Forse è l'unica cosa in cui e con cui non abbia veramente paura di confrontarmi. Ho molti tratti in comune con black star, ci somigliamo molto per certi versi.

E provo un'immensa gioia nel leggere le cose altrui! Specie se non sono sdolcinate e sono estremamente argute!

Yeah, è bello trovare qualcuno d'accordo con me! XD D'accordissimo con il tuo riuscire a scrivere soltanto nei "picchi" dell'umore. Anche a me capita, a volte ho anche un'idea brillante ma ciò che esce fuori non lo trovo mai soddisfacente!!

Federico K. ha scritto:

Buongiorno!

Intervengo nella mia prima discussione. Concordo totalmente con alkx; non è certo con le regole grammaticali che quel genio di Joyce scrisse l'Ulisse.. però bisogna conoscerle.. così è più divertente romperle!

Poi, commenti sparsi: per me la scrittura (la poesia in particolare) è catarsi. Non è semplicemente riuscire a scrivere meglio in stati di umore polarizzato.. è proprio l'essere in grado di farlo SOLTANTO in quegli stati. Tutto il resto che ho provato a scrivere in condizioni normali è perlopiù robaccia. Tra l'altro, avere sempre a portata di mano il mio stato di "furor" scritto in versi o in prosa mi aiuta a capirlo, esorcizzarlo se era negativo e ripeterlo se era positivo. E' una sorta di monito, di pappagallo sulla spalla. Forse è l'unica cosa in cui e con cui non abbia veramente paura di confrontarmi. Ho molti tratti in comune con black star, ci somigliamo molto per certi versi.

E provo un'immensa gioia nel leggere le cose altrui! Specie se non sono sdolcinate e sono estremamente argute!

come non quotare.
Il brutto è che a me quegli stati vengono in momenti assurdi. Tipo a scuola (es. lezione di matematica: io scrivo 4 facciate. xD). O, peggio, una volta mi è capitato alle tre di notte, nel letto, mentre stavo per addormentarmi. Ho cominciato a scrivere nella mia testa...era una cosa stupenda, giuro che mi sono portata il telefono sotto le coperte per scrivere e salvare tutto. E poi mi sono addormentata tranquilla. v.v

Con questa nota provo a riepilogare quello che ci siamo detti finora in questa discussione e a evidenziare le questioni ancora aperte in modo che tutti (primi e nuovi iscritti) possiamo orientarci tra i vari discorsi e continuare a partecipare ancora produttivamente.

SINTESI
La discussione su "Come si costruisce un racconto" è partita dalle domande "Cos'è un racconto? Come si scrive un racconto? Esistono regole che tutti devono rispettare oppure ciascuno può seguire delle norme personali?" ed è emerso che:
- per scrivere creativamente è necessario raccontare le esperienze che ciascuno di noi vive dando pieno spazio alle emozioni e sentimenti. Le regole sono secondarie rispetto all'espressione dei sentimenti
- le regole più importanti sono quelle grammaticali, le altre regole sono implicite e spesso le usiamo inconsapevolmente
- bisogna scrivere un testo con criteri di coerenza e rispetto verso il lettore;
- le parole esprimono un fascino che non viene mai valutato in maniera oggettiva;
- spesso scrivere (soprattutto a scuola) porta ad una sorta di "ansia da foglio" bianco, per molti altri, invece, è una medicina per stare bene ed essere autori della "propria storia";
- la scrittura può essere anche uno strumento di provocazione e di confronto con gli altri;
- la scrittura può essere uno strumento per esprimere emozioni vere e comuni, per dare spazio all'espressione del proprio sé e dei propri umori

QUESTIONI APERTE
Ci sono questioni ancora irrisolte sulle quali vi invito a discutere e dire la vostra, in modo da delineare risposte e possibili soluzioni:
- computer si, computer no. Qualcuno preferisce scrivere al computer, qualcun altro ha bisogno di carta e penna: cosa ne pensano gli altri?
- in camera o sul pullman. Qualcuno preferisce scrivere nell'intimità della propria camera, qualcun altro riesce a scrivere ovunque. Gli altri?
- Danila, Fabrizia ti pone una domanda: "Non ho capito una cosa: quindi la malinconia è la leva che ti permette di ispirati? Riesci a scrivere solo quando sei triste?". Danila, cosa ne pensi? E gli altri?
- molti esprimono la necessità di modificare il proprio testo una volta che, scritto, lo si rilegge. Secondo me è una cosa molto comune anche agli artisti più famosi, voi cosa ne pensate?
- le regole... solo grammatica e rispetto? Qualcuno di voi parlava anche di figure retoriche e sintassi. Proviamo a definirne in maniera più specifica i criteri?

Riassunto eccelente direi Bhè vorrei rispondere ad una prima domanda. Preferisco scrivere nella tranquillità della mia camera, possibilmente quando non ci sono rumori (oppure con un sottofondo musicale tranquillo). Nel pullman o in altri mezzi di trasporto non riesco a scrivere perchè mi viene mal di testa e non mi concentro, mentre mi è capitato di riuscirce su una panchina per strada presa dalla foga di un'ispirazione sfuggente.

io non riuscirei a scrivere se non sono in camera mia o comunque non sono da sola...la solitudine mi porta prima all'ispirazione rispetto ad un luogo dove ci sono più persone o rumoroso...

mi piace modificare il testo una volta finito perchè penso che non sia MAI perfetto, e poi va sempre bene correggere qualcosa, non so: una parola che si ripete troppe volte, un modo di dire, una frase che forse non è così grammaticalmente corretta o che si vuole esprimere in altro modo ecc.

beh, io penso che le regole più importanti siano quelle di grammatica, però penso che qualche similitudine, metafora, iperbole ogni tanto non faccia male, giusto per rendere più accessibile il pensiero e rendere più ricco dal punto di vista stilistico il racconto...