Citazioni preferite e modi di dire che usiamo comunemente...

Oddio Alkx, cominci a spaventarmi!! o_O
Evito commenti su Baudelaire e mi limito a sbavargli dietro

Lulu ha scritto:

Oddio Alkx, cominci a spaventarmi!! o_O
Evito commenti su Baudelaire e mi limito a sbavargli dietro

Ahaha no dai, non spaventarti. xD

*si avvicina silenziosamente da dietro brandendo un'ascia bipenne*

Non so se può valere, ma la mia citazione preferita viene da una canzone di De Andrè.
"E si vuol dar marito a chi non lo voleva
si batte la campagna si fruga la via
popolo senza moglie uomini d'ogni leva
del corpo d'una vergine si fa lotteria"

Ascoltatela la canzone, è "L'infanzia di Maria".

Meg ha scritto:

Non so se può valere, ma la mia citazione preferita viene da una canzone di De Andrè.
"E si vuol dar marito a chi non lo voleva
si batte la campagna si fruga la via
popolo senza moglie uomini d'ogni leva
del corpo d'una vergine si fa lotteria"

Ascoltatela la canzone, è "L'infanzia di Maria".

Bella=) Certo le citazioni dalle canzoni sono comunque belle... e l'importante è che valgono a hanno un significato profondo per quelli che scelgono una citazione come propria.

eh si

Leggete questo indovinello di Tommaso Stigliani...

A un tempo stesso io mi son una, e due,
E fo due ciò ch'era una primamente.
Una mi adopra con le cinque sue
Contra infiniti che in capo ha la gente.
Tutta son bocca dalla cinta in sue,
E più mordo sdentata che con dente.
Ho due bellichi a contrapposti siti,
Gli occhi ho ne' piedi, e spesso a gli occhi i diti.

cosè?

aspetta no fammi pensare!

ok ti lascio pensare... intanto leggiti questo dialogo famosissimo di Amleto=)

To be, or not to be: that is the question:
Whether 'tis nobler in the mind to suffer
The slings and arrows of outrageous fortune,
Or to take arms against a sea of troubles,
And by opposing end them? To die: to sleep;
No more; and by a sleep to say we end
The heart-ache and the thousand natural shocks
That flesh is heir to, 'tis a consummation
Devoutly to be wish'd. To die, to sleep;
To sleep: perchance to dream: ay, there's the rub;
For in that sleep of death what dreams may come
When we have shuffled off this mortal coil,
Must give us pause: there's the respect
That makes calamity of so long life;
For who would bear the whips and scorns of time,
The oppressor's wrong, the proud man's contumely,
The pangs of despised love, the law's delay,
The insolence of office and the spurns
That patient merit of the unworthy takes,
When he himself might his quietus make
With a bare bodkin? who would fardels bear,
To grunt and sweat under a weary life,
But that the dread of something after death,
The undiscover'd country from whose bourn
No traveller returns, puzzles the will
And makes us rather bear those ills we have
Than fly to others that we know not of?
Thus conscience does make cowards of us all;
And thus the native hue of resolution
Is sicklied o'er with the pale cast of thought,
And enterprises of great pith and moment
With this regard their currents turn awry,
And lose the name of action.

Essere, o non essere...
questo è il dilemma: se sia più nobil animo
sopportar le fiondate e le frecciate
d'una sorte oltraggiosa,
o armarsi contro un mare di sciagure,
e contrastandole finir con esse.
Morire... addormentarsi: nulla più.
E con un sonno dirsi di por fine
alle doglie del cuore e ai mille mali
che da natura eredita la carne.
Questa è la conclusione
che dovremmo augurarci a mani giunte.
Morir... dormire, e poi sognare, forse...
Già, ma qui si dismaga l'intelletto:
perché dentro quel sonno della morte
quali sogni ci possono venire,
quando ci fossimo scrollati via
da questo nostro fastidioso involucro?
Ecco il pensiero che deve arrestarci.
Ecco il dubbio che fa così longevo
il nostro vivere in tal miseria.
Se no, chi s'indurrebbe a sopportare
le frustate e i malanni della vita,
le angherie dei tiranni,
il borioso linguaggio dei superbi,
le pene dell'amore disprezzato,
le remore nell'applicar le leggi,
l'arroganza dei pubblici poteri,
gli oltraggi fatti dagli immeritevoli
al merito paziente,
quand'uno, di sua mano, d'un solo colpo
potrebbe firmar subito alla vita
la quietanza, sul filo d'un pugnale?
E chi vorrebbe trascinarsi dietro
questi fardelli, e gemere e sudare
sotto il peso d'un'esistenza grama,
se il timore di un "che" dopo la morte
- quella regione oscura, inesplorata,
dai cui confini non v'è viaggiatore
che ritorni - non intrigasse tanto
la volontà, da indurci a sopportare
quei mali che già abbiamo,
piuttosto che a volar, nell'aldilà,
incontro ad altri mali sconosciuti?
Ed è così che la nostra coscienza
ci fa vili; è così che si scolora
al pallido riflesso del pensiero
il nativo colore del coraggio,
ed alte imprese e di grande momento,
a cagione di questo, si disviano
e perdono anche il nome dell'azione.

Le virtù non si praticano in vista del premio: il premio di un’azione virtuosa sta nell’averla compiuta. Seneca

Perché, se vi è un’azione proibita, è quella che noi intraprendiamo e, per tutto ciò che ci è negato, ci struggiamo di desiderio. Francois Rabelais

Bisogna tenersi stretti con le unghie e con i denti i piaceri della vita, perché gli anni ce li sfilano dalle mani uno dopo l’altro. Michel de Montagne

Il loro pensiero invece è che non bisogna ritenere avversario nessuno, da cui non sia partita qualche offesa, che la parentela della natura tiene le veci di alleanza, e che meglio e più saldamente si legano fra loro gli uomini con sentimenti amichevoli anziché con trattati, con lo spirito anziché con parole. Tommaso Moro, Utopia

Quindi anche la virtù dipende da noi e parimenti anche il vizio. In ciò infatti in cui il fare dipende da noi, anche il non fare dipende da noi; e dove sta in noi il non fare, vi sta anche il fare cosicché se dipenda da noi il fare il bene, dipenderà da noi anche il non fare il bene, e se sta in noi il non fare il bene, starà in noi anche il fare il male. Aristotele

Ho aggiunto un bel po' di citazioni=) ditemi cosa ne pensate e aggiungetene altre voi mi raccomando! =)

…chè noi non abbiamo potere di mutar le usanze a nostro senno, ma il tempo le crea, e consumale altresì il tempo. Giovanni della Casa - Galateo ovvero de' costumi

Abbi fiducia in te stesso. Nell’intelligenza che ti permetterà di diventare sempre migliore, e nell’istinto del tuo sentimento che metterà al tuo fianco i compagni giusti. Fernando Savater - Etica per un figlio

Libertà è decidere, ma anche renderti conto che stai decidendo. Fernando Savater - Etica per un figlio

Il massimo che possiamo ottenere da qualsiasi cosa è la felicità. Fernando Savater - Etica per un figlio

"Quant'è bella giovinezza, Che si fugge tuttavia! Chi vuol essere lieto, sia: Di doman non c'è certezza » (Lorenzo de' Medici)

gcv ha scritto:

Quindi anche la virtù dipende da noi e parimenti anche il vizio. In ciò infatti in cui il fare dipende da noi, anche il non fare dipende da noi; e dove sta in noi il non fare, vi sta anche il fare cosicché se dipenda da noi il fare il bene, dipenderà da noi anche il non fare il bene, e se sta in noi il non fare il bene, starà in noi anche il fare il male. Aristotele

Che belle, gcv! In particolare mi piace questa di Aristotele. v.v E cito anche io Aristotele:
"Le persone oneste ed intelligenti difficilmente fanno una rivoluzione, perché sono sempre in minoranza."

"Non ha occhi un ebreo? non ha un ebreo mani, organi, membra, sensi, emozioni, passioni? non si nutre dello stesso cibo, non è ferito dalle stesse armi, non è soggetto alle stesse malattie, non è scaldato e gelato dalla stessa estete e dallo stesso inverno come un cristiano? se ci pungete, non facciamo sangue? se ci avvelenate, non moriamo?"
W.S.
IL MERCANTE DI VENEZIA

Non finirò mai di scusarmi per le molte assenze che sto facendo in questo periodo nel forum...
Intato, visto che ho appena finito di leggere "Il fu Mattia Pascal" di L. Pirandello lascio una citazione che mi ha colpito a fine libro.

"Perché la vita, per tutte le sfacciate assurdità, piccole e grandi, di cui beatemente è piena, ha l'irresistibile privilegio di far a meno di quella stupidissima verosimiglianza, a cui l'arte crede suo dovere obbedire.
Le assurdità della vita non hanno bisogno di parer verosimili, perché sono vere. All'opposto di quelle dell'arte che, per parer vere, hanno bisogno d'esser verosimili. E allora, verosimili, non sono più assurdità.
Un caso della vita può essere assurdo; un'opera d'arte, se è opera d'arte no.
Ne segue che tacciare d'assurdità e d'inverosomiglianza, in nome della vita, un'opera d'arte è balordaggine.
In nome dell'arte, sì; in nome della vita, no."

Monique ha scritto:

Non finirò mai di scusarmi per le molte assenze che sto facendo in questo periodo nel forum...
Intato, visto che ho appena finito di leggere "Il fu Mattia Pascal" di L. Pirandello lascio una citazione che mi ha colpito a fine libro.

"Perché la vita, per tutte le sfacciate assurdità, piccole e grandi, di cui beatemente è piena, ha l'irresistibile privilegio di far a meno di quella stupidissima verosimiglianza, a cui l'arte crede suo dovere obbedire.
Le assurdità della vita non hanno bisogno di parer verosimili, perché sono vere. All'opposto di quelle dell'arte che, per parer vere, hanno bisogno d'esser verosimili. E allora, verosimili, non sono più assurdità.
Un caso della vita può essere assurdo; un'opera d'arte, se è opera d'arte no.
Ne segue che tacciare d'assurdità e d'inverosomiglianza, in nome della vita, un'opera d'arte è balordaggine.
In nome dell'arte, sì; in nome della vita, no."

Geniale. v.v Adoro Pirandello.

E bella anche quella di Shakespeare...me la ricordavo. 'O'

Pirandello era un genio